"La luce ha in pugno la vittoria finale"
di Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 17/12/20 su Aleteia
Riportiamo, come riflessione e augurio natalizio da parte dei sacerdoti, dei diaconi e delle religiose della nostra Comunità pastorale, questa riflessione profetica, di Papa Benedetto XVI, l’ultima di tre meditazioni sul Natale scritte tra il 1959 e il 1960. Lo scritto dell’allora trentenne Joseph Ratzinger è riportato in “La paura e la speranza”, nell’ultimo volume dell’Opera omnia “Gesù di Nazaret – Scritti di cristologia” (Libreria Editrice Vaticana).
Redenzione, Peccato e Salvezza
«Le luci di Natale risplendono di nuovo nelle nostre strade – scriveva Ratzinger – l’“operazione Natale” è in pieno svolgimento». Nella notte santa del 24 dicembre «per un istante Chiesa e mondo sembrano riconciliarsi. Ed è bello! Le luci, l’incenso, la musica, lo sguardo delle persone che ancora credono; e, infine, il misterioso, antico messaggio del bambino che nacque molto tempo fa a Betlemme ed è chiamato il redentore del mondo: “Cristo, il salvatore, è qui!”. Questo ci commuove; eppure, i concetti che in quel momento udiamo – “redenzione”, “peccato”, “salvezza” – suonano come parole che ci giungono da un mondo lontano, da un tempo ormai passato: forse era bello quel mondo, ma, in ogni caso, non è più il nostro. O lo è invece?».
La ricerca di nuove luci
Il mondo in cui sorse la festa di Natale, spiega Papa Benedetto XVI, «era dominato da un sentimento diffuso molto simile al nostro. Si trattava di un mondo in cui il “crepuscolo degli dèi” non era un modo di dire, ma un fatto reale. Tutt’a un tratto, gli antichi dèi erano divenuti irreali: non esistevano più e gli uomini non potevano più credere in quello che, per generazioni, aveva dato senso e stabilità alla loro vita. Ma l’uomo non può vivere senza un senso, ne ha bisogno come del pane quotidiano. E così, tramontati gli antichi astri, egli dovette cercare nuove luci. Ma dov’erano?».
Il culto della “luce invitta”
Una corrente abbastanza diffusa «gli offriva come alternativa il culto della “luce invitta”, del sole, che giorno dopo giorno fa il suo corso sulla terra, sicuro di vincere e forte quasi come un dio visibile di questo mondo». Il 25 dicembre, al centro com’è dei giorni del solstizio invernale, evidenzia il Papa, «soleva essere commemorato annualmente come il giorno natalizio della luce che si rigenera in tutti i tramonti, garanzia radiosa che, in tutti i tramonti delle luci caduche, la luce e la speranza del mondo non vengono meno e che da tutti i tramonti si diparte una strada che conduce a un nuovo inizio».
Paura e speranza per la “scomparsa” del Sole
Ratzinger evidenzia che «le liturgie della religione del sole molto abilmente si erano così appropriate di una paura e insieme di una speranza originarie dell’uomo». L’uomo primitivo, «che un tempo avvertiva l’arrivo dell’inverno nel progressivo allungarsi delle notti d’autunno e nel progressivo indebolirsi della forza del sole, ogni volta si era chiesto pieno di paura: “il sole dorato ora morirà? Ritornerà? O non sarà vinto quest’anno (o in uno degli anni a venire) dalle forze malvagie delle tenebre, tanto da non ritornare mai più?”». Sapere che ogni anno tornava un nuovo solstizio d’inverno, afferma Ratzinger, «dava in fondo la certezza della sempre nuova vittoria del sole, del suo certo, perpetuo ritorno. È la festa in cui si compendia la speranza, anzi, la certezza dell’indistruttibilità delle luci di questo mondo». Quest’epoca, «nella quale alcuni imperatori romani, con il culto del sole invitto, cercarono di dare ai loro sudditi una nuova fede, una nuova speranza, un nuovo senso in mezzo all’inarrestabile crollo delle antiche divinità, coincise col tempo in cui la fede cristiana tentò di guadagnare il cuore dell’uomo greco-romano. Ed essa trovò proprio nel culto del sole uno dei suoi antagonisti più insidiosi»
Con il 25 dicembre i cristiani sconfiggono i pagani
Si trattava, infatti, prosegue Ratzinger, fine teologo, «di un segno fin troppo visibile agli occhi degli uomini, molto più visibile e attraente del segno della croce nel quale giungevano gli annunciatori della fede in Cristo. Eppure, la loro fede e la loro luce invisibile ebbero il sopravvento sul quel messaggio visibile col quale l’antico paganesimo cercò di affermarsi». Molto presto i cristiani rivendicarono a sé il 25 dicembre, «il giorno natalizio della luce invitta, e lo celebrarono come il giorno della nascita di Cristo, in cui essi avevano trovato la vera luce del mondo. Dicevano ai pagani: “il sole è buono e noi ci rallegriamo quanto voi per la sua continua vittoria. Ma il sole non possiede alcuna forza da sé stesso. Può esistere e avere forza solo perché Dio lo ha creato. Esso quindi ci parla della vera luce, di Dio. Ed è il vero Dio che si deve celebrare, la sorgente originaria di ogni luce, non la sua opera, che non avrebbe alcuna forza senza di lui”».
La stanza di Betlemme
Nella stalla di Betlemme, conclude Ratzinger, «ci è dato il segno che ci fa rispondere lieti: “sì”. Perché quel bambino – il Figlio unigenito di Dio – è posto come segno e garanzia che, nella storia del mondo, l’ultima parola spetta a Dio, proprio a quel bambino lì, che è la verità e l’amore». È questo, chiosa Papa Benedetto XVI, «il senso vero del Natale: è il “giorno di nascita della luce invitta”, il solstizio d’inverno della storia del mondo che, nell’andamento altalenante di questa nostra storia, ci dà la certezza che anche qui la luce non morirà, ma ha già in pugno la vittoria finale. Il Natale scaccia da noi la seconda e più grande paura, quella che nessuna scienza fisica può fugare: è la paura per l’uomo e di fronte all’uomo stesso. È una certezza divina, per noi, che nelle segrete profondità della storia la luce ha già vinto e tutti i progressi del male nel mondo, per grandi che siano, mai potranno assolutamente più cambiare il corso delle cose». Il solstizio d’inverno della storia è «irrevocabilmente accaduto con la nascita del bambino di Betlemme»
SS. CONFESSIONI
Sacra Famiglia
martedì 23: ore 15.00 – 18.00 (sarà presente anche P. Giuliano degli Artigianelli)
mercoledì 24: ore 10.00 – 11.45 e 15.00 – 18.00 (in questo orario sarà presente P. Giuliano)
Cristo Re
martedì 23: ore 10.00 – 12.00 e 15.30 – 18.00
mercoledì 24: ore 10.00 – 12.00 e 15.30 – 18.00
Sant’Ambrogio
sabato 20: ore 16.00 – 17.30
lunedì 22: ore 16.00 – 18.00
martedì 23: ore 09.30 –12.00 e 16.00 – 18.00
mercoledì 24: ore 09.30 – 12.00 e 15.00 – 17.00
IN FESTO NATIVITATIS DOMINI: Natale 2025, SS. MESSE
24 DICEMBRE
Sacra Famiglia ore 18.30, in particolare per i ragazzi/e e i loro genitori: corteo della luce dall’oratorio e pensando ai pastori verranno raccolte, durante la novena di Natale e poi portati davanti al presepe, ceste di alimenti che attraverso la San Vincenzo saranno donate alle famiglie bisognose della nostra comunità. Anima il coretto dei ragazzi/e ore 24.00, preceduta alle ore 23.30 dalla veglia; benedizione delle nuove statue del presepe e scambio di auguri sul sagrato.
Cristo Re, ore 20.30; per i bambini ritrovo in Oratorio alle ore 20.15 per il corteo con le lanterne ore 24.00 preceduta alle 23.30 dalla Veglia
Sant’Ambrogio, ore 18.00 e 22.00 (scambio di auguri in oratorio)
Giovedì 25
SS. Messe in tutte e tre le parrocchie, secondo l’orario festivo. Attenzione: a Cristo Re è sospesa la S. Messa delle ore 18.00
TEMPO DI NATALE, SS. MESSE
(Le SS. Messe prefestive delle domeniche e delle solennità seguono gli orari consueti)
Sacra Famiglia venerdì 26, S. Stefano: ore 10.30. È sospesa quella delle 18.30. Mercoledì 31, ore 18.30 (Te Deum) .Giovedì 1 gennaio 2026, orario festivo . Martedì 6, Epifania del Signore, orario festivo
Cristo Re venerdì 26 , S. Stefano: ore 10.00 . Mercoledì 31, ore 18.00 (Te Deum). Giovedi 1 gennaio 2026, orario festivo. Martedì 6, Epifania del Signore, orario festivo . Attenzione: sabato 27/12 e sabato 3/1: sospese le ss. Messe delle ore 8.30.
Sant’Ambrogio venerdì 26, S. Stefano: ore 09.00. Mercoledì 31, ore 18.00 (Te Deum) . Giovedì 1 gennaio 2026, orario festivo . Martedì 6, Epifania del Signore, orario festivo
Quest’anno la Caritas decanale sosterrà l’emergenza abitativa nel nostro territorio e il tradizionale “Lume alla finestra” per la notte di Natale.
Sabato 20 e Domenica 21 verranno distribuiti i lumi, che non sono in vendita ma donati per essere esposti sul davanzale.
Negli stessi momenti raccoglieremo le offerte a sostegno del progetto abitativo per l’avvento.
Clicca qui per maggiori informazioni
Domenica 21 dicembre
ore 17.00
chiesa di Cristo Re
liberamente tratto dai testi di Laura Tangorra
ULTIMO DELL'ANNO IN ORATORIO
31 dicembre 2025
presso l''oratorio Frassati
Cena condivisa
porta un antipasto o un primo.
Non portare alcolici.
Noi pensiamo a:
aperitivo, cotechino e lenticchie, dolce e spumante, vino e bibite.
€ 15.00 Adulti
€ 10.00 Bambini fino a 10 anni
Iscrizioni in oratorio o su Sansone entro il 29/12 fino a esaurimento posti.
Ritrovo alle ore 20.00
SPAZIO SOCIALITA' ANZIANI
Le attività riprenderanno nel 2026
Venerdì 9 gennaio ore 15.00 Spazio Socialità Anziani “Chi canta in citta” – a cura di Matteo Stucchi
Venerdì 16 gennaio ore 15.00 Spazio Socialità Anziani
“Colonne sonore di film memorabili” a cura di Ruggero Spoladore
Tutti gli incontri si terranno presso il centro parrocchiale Don Angelo Cazzaniga
LOURDES
11 FEBBRAIO 2026
In occasione dell' apparizione della Vergine a Lourdes, il gruppo UNITALSI propone pellegrinaggio in aereo
dal 10 al 12 febbraio 2026.
Per informazioni Carlo 3478526199
Dal Parroco: proposta TOUR IN GRECIA
L’armonia tra il mito e il mare Atene, Micene e le isole del Golfo Saronico
Dal 7 all'11 aprile 2026
Una cena tipica con uno spettacolo folk, darà inizio a questo tour poi vivremo la crociera sulle isole Saroniche e poi Atene classico e le altre città in Agrolide… concluderemo a Capo Sounio una bella località sul mare.
Programma e costi: presso le segreterie delle nostre tre parrocchie.
Info e iscrizioni: entro il 10 gennaio in centro parrocchiale don A. Cazzaniga (lu-ve 16-18)
Continua l’intenzione di vivere un momento di comunione tra nazionalità e realtà diverse:
Venerdì 28 novembre
Ogni ultimo venerdì del mese, nella Chiesa Sacra Famiglia, la S. Messa delle ore 18.30 avrà la presenza anche dei nostri fratelli e sorelle latinoamericani. Un cesto, posto sul tavolino a metà chiesa, raccoglierà i nomi dei defunti che si vorranno ricordare, oppure un’intenzione particolare, per cui pregare. Verranno poi portati all’altare e presentati al Signore. Puoi preparare prima, a casa tua, il tuo foglietto che depositerai poi in questo cesto.
Nelle chiese della comunità pastorale, a cura della San Vincenzo della Comunità di San Francesco e della Caritas, una domenica al mese portando prodotti e generi alimentari alle S. Messe.
Raccolta del 8 e 9 NOVEMBRE 2025
Prodotti: OLIO - CAFFE' - ZUCCHERO
GUARDAROBA DI SAN FRANCESCO
Presso l'oratorio Alberto Marvelli, parrocchia Cristo Re
È un’iniziativa promossa da anni in Parrocchia, finalizzata a sperimentare in concreto i valori della sobrietà, del riciclo, dello scambio disinteressato.
Secondo le indicazioni delle volontarie, vengono raccolti capi seminuovi e nuovi per bambino, ragazzo, donna e uomo, che durante le aperture sono ceduti su offerta libera, a sostegno delle attività dell’Oratorio.
PROSSIME APERTURE:
19 OTTOBRE, 23 NOVEMBRE, 14 DICEMBRE
Scarica il libretto dei canti
Per una migliore partecipazione alla Messa è possibile scaricare sul proprio cellulare il libretto dei canti
clicca qui per il libretto utilizzato a Cristo Re , aggiornato ad APRILE 2025
GIUBILEO 2025 - PELLEGRINI DI SPERANZA
Per approfondire il senso di questo Giubileo
di don Enrico
“Peregrinantes in spem”, “Pellegrini di speranza”, questo il titolo scelto dalla Santa Sede per condurre questo lungo Anno Santo di Giubileo 2025: dopo l’anno giubilare straordinario per la misericordia, Papa Francesco punta sul movimento e il pellegrinaggio di chi fonda il proprio esistere sulla speranza. La speranza che risponde ad un nome e un volto, quello di Gesù Cristo, annunciato «fino alle periferie del mondo» come da “mandato” del Magistero di Jorge Mario Bergoglio. Nella lettera che ha seguito la Bolla di Indizione sul Giubileo 2025, Papa Francesco scrive al prefetto Mons. Fisichella per inquadrare i temi chiave di questo anno dedicato alla speranza, che quasi sembra un “controsenso” rispetto al grado di pericolosità e tensione internazionale che ha raggiunto la geopolitica mondiale. «Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante», ha scritto Papa Francesco nel messaggio di apertura di questo Giubileo 2025. Serve ricordarci delle origini e di quella vittoria di Cristo che già ha superato morte e peccato, ma serve anche recuperare il senso di fratellanza globale: «il Giubileo potrà favorire la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia», proprio come potenziale rinascita di cui l’umanità sente l’urgenza davanti al caos generale. Il motto sui “Pellegrini di speranza” è esattamente questo movimento che il cuore dell’uomo può sperimentare verso una grazia, una speranza che si fa incontro: nell’intercessione della Vergine Maria, Madre di tutti, l’Anno Santo al via sia «un intenso anno di preghiera, in cui i cuori si aprano a ricevere l’abbondanza della grazia, facendo del “Padre nostro”, l’orazione che Gesù ci ha insegnato».