Arcivescovo: Proposta pastorale 2025-2026 Sinodo e missione: originalità, fondamento e concretezza
La Proposta pastorale 2025-2026 – Tra voi, però, non sia così – intende promuovere in diocesi la ricezione degli esiti del cammino sinodale compiuto in questi anni a livello di Chiesa universale e di Chiese in Italia: quest’ultimo percorso arriverà a compimento nel prossimo autunno. Scrive l’Arcivescovo: “È tempo ora di portare il Sinodo in casa, come una docilità allo Spirito, come un principio di riforma dell’essere Chiesa per essere missione, come stile, come procedure”. Evidente, ma non necessariamente realizzato, è l’obiettivo: essere Chiesa che esprime la sua natura missionaria. La lettera segnala anzi come il tema della missione sia spesso imbarazzante per le comunità cristiane; la sua riduzione a luogo comune “l’anestetico che spegne l’inquietudine e l’interrogativo della missione”. La prova è che “l’annuncio della risurrezione di Gesù, fondamento della nostra fede, rischia di essere offerto come un assioma un po’ improbabile, come un ‘amen’ convenzionale. Perciò – a quanto sembra – non suscita entusiasmo, non irradia gioia, non offre ragioni per la speranza”. È allora necessario anzitutto porci in quell’atteggiamento di conversione a cui lo Spirito chiama e che anche il Documento Finale del Sinodo dei Vescovi individua come cifra fondamentale del cammino che abbiamo di fronte, sollecitando nei capitoli centrali alla conversione delle relazioni, dei processi e dei legami. Tre elementi possono indicare i passaggi fondamentali per questo percorso.
Originalità
È il termine che introduce la proposta pastorale e segnala come l’essere cristiani si renda evidente nell’esprimere un’originalità irrinunciabile rispetto al contesto socioculturale. I cristiani, infatti, sono come gli altri, ma anche assolutamente originali perché scelgono di porsi nella realtà con lo stile di Gesù. Hanno relazioni più o meno positive, ma fanno del perdono la chiave per superare distanze, opposizioni e difficoltà. Pur avendo ovviamente legami specifici – familiari e sociali – si riconoscono però fratelli di ogni uomo e donna, anche tanto diversi ed estranei. Si sentono responsabili di essere “segno e strumento” del Regno di Dio, verso cui tutti siamo incamminati, e dell’annuncio del Vangelo, “ma non presumono di averlo compreso fino in fondo e scoprono nella differenza dell’altro che incontrano una parola che fa comprendere quel Vangelo più in profondità”. Vivono l’organizzazione, la creazione di iniziative e la distribuzione dei ruoli, non come espressione di efficienza, ma come strumento perché le persone possano incontrare Gesù. “Hanno, come tutti, poteri e compiti, autorità e obbedienze, ma sono originali. Interpretano il potere e l’autorità come servizio”, secondo la parola di Gesù, “per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,42-45). Infine, amano la Chiesa, anche se riconoscono le lentezze dell’istituzione e il peso delle strutture. Perché sanno contemplare “con commozione i segni del Regno di Dio che la Chiesa rende evidenti”.
Fondamento
Il fondamento di tale originalità è certamente la docilità all’azione dello Spirito, che, a partire dal Battesimo, genera ed edifica continuamente il Popolo di Dio attraverso l’annuncio della Parola, la vita sacramentale, i diversi ministeri e carismi, gli organismi di partecipazione (ad esempio i diversi Consigli o le Assemblee sinodali decanali). La parte centrale della proposta è perciò un invito a verificare la nostra docilità a tale azione che chiama a trovare le forme per la missione adeguate all’oggi: “Occorrono energie e risorse per dare corpo a forme inedite di annuncio del Vangelo in questo nostro cambiamento d’epoca” e per accompagnare a una celebrazione eucaristica non ridotta a “un dovere un po’ noioso” – peraltro frequentemente disatteso –, ma vissuta come momento centrale dell’esperienza cristiana, in cui è donato il pane del cammino senza il quale non è possibile camminare (pp. 26 e 34). Insieme, e di conseguenza, deve trasformarsi il modo di essere comunità cristiana: “Il cambiamento d’epoca cambia anche la comunità cristiana e la sua presenza nella storia, perché il territorio non è un fossile, ma un fluido e la vita della gente assomiglia di più a un migrare che a un abitare”.
Concretezza
Già da queste poche annotazioni emerge come l’Arcivescovo desideri che la sinodalità non sia ridotta a un discorso, ma si traduca in una vita concreta caratterizzata da stili e scelte che arrivano a toccare le strutture e le procedure. A questa concretizzazione è dedicata la seconda parte della lettera che si concentra in particolare sul modo dell’esercizio dell’autorità e del procedere sinodale nella conduzione del cammino delle comunità e nel discernimento dei passi per la missione. Tutti sono invitati a cambiare: i preti, nel modo di vivere il loro ministero dentro un presbiterio e con il contributo imprescindibile di tutti i fratelli e sorelle della comunità; i laici, crescendo nella propria responsabilità missionaria e nella corresponsabilità ecclesiale, uscendo dal frequente atteggiamento della delega al prete. L’anno che si apre si prospetta dunque intenso e impegnativo. Lo Spirito ci mostri il fascino della nuova visione di Chiesa che va ispirando e ci doni di saperci mettere in gioco anzitutto per formarci in questa direzione e per cercare insieme le vie di trasformazione per camminare come lui desidera.
1-19 ottobre.
Sul prossimo numero troveremo il programma completo, ricco di tanti momenti culturali e di presenza di testimonianze significative.
La programmazione di questo evento richiede molto tempo e disponibilità di diverse persone che ringraziamo di cuore.
Anticipiamo quanto segue per via di cambiamenti di orari, e di iscrizioni al pranzo della sagra. Invitiamo a prendetene nota.
Sacra Famiglia:
1-3 ottobre: la S. Messa delle ore 18.30 sarà celebrata nella Chiesetta di San Francesco.
4 ottobre: ore 21.00, serata di concerto con il coro Shekinah (composto da un centinaio di giovani provenienti da diversi oratori della nostra Diocesi, dai laboratori “I colori della fede”, dal mondo universitario e da ulteriori esperienze)
5 ottobre: domenica con la presenza dell’Assoc Amici di Luca Attanasio. Ore 10.30, S. Messa solenne presieduta da don Francesco Barbieri, missionario Fidei Donum in Congo, amico di famiglia di Luca. Data l’importanza di questo evento che coprirà anche tutta la domenica, invitiamo a convergere sulla S. Messa delle ore 10.30. È SOSPESA pertanto la S. Messa delle ore 18.30.
S.Ambrogio
12 ottobre: domenica, ore 12.30 pranzo comunitario. Iscrizioni: entro domenica 5 ottobre da Graziella al numero +39 349 7862424 (antipasto, primo, secondo e dolce; vino e caffè esclusi) Costo: € 20,00 a testa
Nella ricorrenza della festa dei nonni il 29 settembre 2025, il gruppo anziani della parrocchia Sacra Famiglia organizza una giornata in condivisione aperta atutta la comunità pastorale, con il seguente programma:
ore 11.00 S. Messa in chiesa Sacra Famiglia presieduta da don Giuliano Parravicini
ore 12,30 pranzo comunitario presso l’oratorio PierGiorgio Frassati, segue tombolata
MENU’: aperitivo di benvenuto, lasagne alla bolognese, roast beef con patate al forno, dolce, acqua, vino e caffè. Costo euro 15,00 - iscrizioni presso la segretetia dell’oratorio entro e non oltre giovedi 23 settembre.
Un nuovo sacerdote con noi in Comunità pastorale
ACCOGLIAMO DON GIULIANO PARRAVICINI, dono dell’Arcivescovo Mario Delpini
“Viveva in tempi andati un monaco di nome Epifanio. Un giorno scoperse in sé un dono del Signore che non aveva mai sospettato di possedere: sapeva dipingere bellissime icone. E allora non si dette più pace:voleva a tutti i costi ritrarre il volto di Cristo. Ma dove trovare un modello adatto che esprimesse insieme sofferenza e gioia, morte e resurrezione, divinità e umanità?
Epifanio allora si mise in viaggio. Percorse l'Italia, la Francia, la Germania, scrutando ogni volto. Nulla: il volto adatto per rappresentare il Cristo non c'era. Stanco si addormentò ripetendo le parole del salmo: "Il tuo volto
Signore io cerco. Mostrami il tuo volto!". Fece un sogno. Gli apparve un angelo che lo riportò dalle persone incontrate e per ognuna gli indicò un particolare che rendeva quel volto simile a Cristo. La gioia di un innamorato, l'innocenza di un bambino, la forza di un contadino, la sofferenza di un malato, la paura di un condannato, la tenerezza di una madre, lo sgomento di un orfano, la speranza di un giovane, l'allegria di un giullare, la misericordia di un confessore, il mistero del volto bendato di un lebbroso… E allora Epifanio capì e tornò al suo convento. Si mise al lavoro e dopo un po' di tempo l'icona era pronta e la presentò al suo abate. Questi rimase attonito: era meravigliosa! Volle sapere di quale modello si era servito perché desiderava mostrarlo anche agli altri artisti del monastero. Ma il monaco rispose: "Nessuno, padre, mi è stato di modello, perché nessuno è uguale a Cristo, ma Cristo è simile a tutti. Non trovi il Cristo nel volto di un solo uomo, ma trovi in ogni uomo un frammento del volto di Cristo"
Sono don Giuliano, non dipingo icone, … con la mia storia di vita e di incontri ora sono qui tra voi, con incarichi nella comunità pastorale, con “uno sguardo” sulla città e sulla zona pastorale.
Mi piacerebbe incontrarvi nella vostra umanità e intuirne il frammento del volto di Gesù!
A presto e grazie in anticipo.
Don Giuliano
Possiamo già iniziare a conoscerlo: Don Giuliano celebrerà a Sacra Famiglia: domenica 7, ore 10.30 e 18.30 e domenica 21 ore 10.30.
A Cristo Re: domenica 14, ore 10.00 e 11.30.
Lo accoglieremo poi ufficialmente, come Comunità pastorale, domenica 28 a Cristo Re, dove abiterà, nella Festa dell’Oratorio.

Nelle chiese della comunità pastorale, a cura della San Vincenzo della Comunità di San Francesco e della Caritas, una domenica al mese portando prodotti e generi alimentari alle S. Messe.
Raccolta del 13 e 14 SETTEMBRE 2025
Prodotti: OLIO - LATTE - CAFFE' - BISCOTTI per COLAZIONE
I volontari Caritas ti aspettano alle ore 15.00, secondo il seguente calendario
presso il Centro Parrocchiale - Parrocchia Sacra Famiglia via Muratori, 3 per condividere del tempo insieme.
CALENDARIO:
Venerdì 19 settembre – Cruciverbone
Venerdì 26 settembre – Fiori e frutti: vero o falso?
GUARDAROBA DI SAN FRANCESCO
Presso l'oratorio Alberto Marvelli, parrocchia Cristo Re
È un’iniziativa promossa da anni in Parrocchia, finalizzata a sperimentare in concreto i valori della sobrietà, del riciclo, dello scambio disinteressato.
Secondo le indicazioni delle volontarie, vengono raccolti capi seminuovi e nuovi per bambino, ragazzo, donna e uomo, che durante le aperture sono ceduti su offerta libera, a sostegno delle attività dell’Oratorio.
PROSSIME APERTURE:
Scarica il libretto dei canti
Per una migliore partecipazione alla Messa è possibile scaricare sul proprio cellulare il libretto dei canti
clicca qui per il libretto utilizzato a Cristo Re , aggiornato ad APRILE 2025
Continua l’intenzione di vivere un momento di comunione tra nazionalità e realtà diverse:
Ogni ultimo venerdì del mese, nella Chiesa Sacra Famiglia, la S. Messa delle ore 18.30 avrà la presenza anche dei nostri fratelli e sorelle latinoamericani. Un cesto, posto sul tavolino a metà chiesa, raccoglierà i nomi dei defunti che si vorranno ricordare, oppure un’intenzione particolare, per cui pregare. Verranno poi portati all’altare e presentati al Signore. Puoi preparare prima, a casa tua, il tuo foglietto che depositerai poi in questo cesto.
GIUBILEO 2025 - PELLEGRINI DI SPERANZA
Per approfondire il senso di questo Giubileo
di don Enrico
“Peregrinantes in spem”, “Pellegrini di speranza”, questo il titolo scelto dalla Santa Sede per condurre questo lungo Anno Santo di Giubileo 2025: dopo l’anno giubilare straordinario per la misericordia, Papa Francesco punta sul movimento e il pellegrinaggio di chi fonda il proprio esistere sulla speranza. La speranza che risponde ad un nome e un volto, quello di Gesù Cristo, annunciato «fino alle periferie del mondo» come da “mandato” del Magistero di Jorge Mario Bergoglio. Nella lettera che ha seguito la Bolla di Indizione sul Giubileo 2025, Papa Francesco scrive al prefetto Mons. Fisichella per inquadrare i temi chiave di questo anno dedicato alla speranza, che quasi sembra un “controsenso” rispetto al grado di pericolosità e tensione internazionale che ha raggiunto la geopolitica mondiale. «Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante», ha scritto Papa Francesco nel messaggio di apertura di questo Giubileo 2025. Serve ricordarci delle origini e di quella vittoria di Cristo che già ha superato morte e peccato, ma serve anche recuperare il senso di fratellanza globale: «il Giubileo potrà favorire la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia», proprio come potenziale rinascita di cui l’umanità sente l’urgenza davanti al caos generale. Il motto sui “Pellegrini di speranza” è esattamente questo movimento che il cuore dell’uomo può sperimentare verso una grazia, una speranza che si fa incontro: nell’intercessione della Vergine Maria, Madre di tutti, l’Anno Santo al via sia «un intenso anno di preghiera, in cui i cuori si aprano a ricevere l’abbondanza della grazia, facendo del “Padre nostro”, l’orazione che Gesù ci ha insegnato».