Sacra Famiglia - Storia
La storia della Parrocchia Sacra Famiglia è indissolubilmente legata alla realtà del quartiere "Cederna", di cui esaminiamo qui di seguito le origini.
Il "villaggio Cederna" nasce nei primi anni del '900 grazie all'insediamento di una fabbrica di tessitura da parte dell'imprenditore Antonio Cederna, a cui si aggiungerà qualche anno più tardi una filatura. Fino a quel momento, il quartiere è costituito da sparuti nuclei abitativi, che comprendono cascine e ville padronali. Il collegamento stradale si limita a semplici sentieri sterrati e polverosi e le direttrici viarie importanti sono poche. La campagna si estende su gran parte del territorio urbano; la vita quotidiana delle comunità rurali che vi abita è autonoma ed autoreferenziale, e persino il riferimento religioso - legato formalmente alla parrocchia di S. Gerardo - è distante e difficilmente raggiungibile. E' appunto in questo contesto che Antonio Cederna, dopo aver costituito nel 1887 la società "A. Cederna e C." rilevando gli impianti milanesi del "Cotonificio Lombardo", decide di costruire e avviare una fabbrica di tessitura con l'aiuto fondamentale di due personaggi "storici" per il quartiere: il rag. Vito Bellini e il cav. Napoleone Ripamonti. Lo stabilimento di Monza, compagno degli altri di Gratosoglio e di Agrate Brianza, viene aperto verso il 1896, dando lavoro un'ottantina di operai. Forse, sul principio, gli stessi proprietari nutrono qualche timore per l'avvenire della loro industria, considerata la posizione periferica e isolata. Ma l'entusiasmo e la tenacia hanno il sopravvento e il piccolo stabilimento inizia la sua modesta attività .Nel 1937 gli operai sono già ottocento, tutto il mondo comincia a conoscere ed apprezzare i prodotti Cederna e la superficie occupata è, per lo meno, decuplicata.
Anni 30, veduta aerea del quartiere, con il cotonificio, le abitazioni degli operai, l'edificio delle Suore Francescane con la chiesa di S.Francesco.
La manodopera richiamata dallo sviluppo dell'azienda è elevata e la comunità si ingrandisce a tal punto che Vito Bellini e Napoleone Ripamonti progettano e realizzano una serie di soluzioni abitative per gli operai e le loro famiglie, oltre ad alcune costruzioni destinate alla vita sociale, aggregativa e spirituale della popolazione cedernese, denominate "Istituzioni Cederna".
1929. Esterno dell'edificio delle istituzioni Cederna. In primo piano la Chiesa di S.Francesco
La ditta Cederna di Monza viene additata ad esempio nazionale per l'opera altamente umanitaria svolta a favore delle sue maestranze. Non è questo il luogo in cui accennare a tutti gli accorgimenti benefici che la Direzione mette in atto per il benessere materiale delle famiglie operaie, dentro e fuori dello stabilimento. Basti dire che intorno al grande complesso industriale, in breve tempo, sorge un villaggio di proprietà della Ditta, che a condizione di favore dà alloggio a tutta la sua numerosa maestranza. Ma l'impegno sociale della Direzione mira ancora più lontano, cioè alla formazione morale e religiosa delle famiglie dipendenti, che abitano lontano dalla Parrocchia, e da tutte quelle opere sociali che solitamente sorgono intorno ad essa. Perciò la Ditta Cederna, grazie soprattutto all'intervento determinante del rag. Vito Bellini, pensa di costruire una palazzina nella quale possano trovare sede opere assistenziali che siano di nutrimento alle anime. Sorgono così il fabbricato destinato all'asilo per l'infanzia, la Cappella e il Salone teatro. Il direttore Vito Bellini vuole che tutto sia intitolato al Santo della povertà evangelica, Francesco d'Assisi, e chiama le Suore francescane a governare l'asilo.
L'agglomerato urbano aumenta a dismisura nei pressi dello stabilimento tessile, ma ciò non ostacola l'opera assistenziale del rag. Vito Bellini e del cav. Napoleone Ripamonti. Essi si adoperano instancabilmente per istituire una serie di servizi utili agli abitanti del rione, soprattutto per quanto concerne "l'extra - lavoro" o, per utilizzare un termine in voga in quel periodo storico, per "il Dopolavoro".
Sulla spinta dell'entusiasmo nascono così varie realtà sociali, come la squadra volontaria dei pompieri dello stabilimento, una ventina di operai perfettamente addestrati e pronti ad ogni evenienza. L'asilo, gestito dalle Suore francescane, ospita in breve tempo più di cento bambini; il doposcuola e la scuola di lavoro femminile completano ed integrano l'istruzione delle fasce d'età giovanili.
1932, scuola materna, giochi all'aperto
Il teatrino è sempre in fermento: le due filodrammatiche (maschile e femminile) sono molto attive e raccolgono consensi in tutto il rione. Il campo sportivo ospita la squadra del G. S. Cederna (negli anni '60 ribattezzata A.C. Cederna), che partecipa ai competitivi campionati regionali di terza divisione.
Poi, durante l'estate, il pallone viene messo in disparte e il posto dei giocatori è preso dai piccoli dell'Asilo, che compiono regolari turni di cura elioterapica. Una palazzina ospita la sede del Dopolavoro Aziendale Cederna, che tra le sue attività annovera il Corpo bandistico (forte di quaranta elementi, rinomato anche in città per i suoi concerti) l'orchestrina, il gruppo bocciofilo con i suoi tre campi di gioco e le sue numerose gare disputate annualmente. E poi il bar, tavoli da gioco, biliardo, radio, sala di lettura e biblioteca, ricca di duemila volumi. In questo ambiente fervente d'iniziative la mancanza di una guida spirituale per un rione che la città ormai considera una vera e propria frazione, si fa fortemente sentire. Per questo, il 7 dicembre 1928, il card. Schuster destina a Cederna don Angelo Cazzaniga nel ruolo di coadiutore di S. Gerardo, con lo specifico compito di "Cappellano della Chiesetta di S. Francesco".
Don Angelo Cazzaniga si trova immediatamente ad affrontare una situazione morale e spirituale problematica: la popolazione cedernese è in gran parte formata da "profughi oriundi veneti", disorientati e poco praticanti.
La piccola chiesa di S. Francesco accoglie lo zelo apostolico di don Angelo per una difficile missione. Ma egli, donandosi senza misura, si prodiga instancabilmente affinché la ricerca di un cammino di fede autentico divenga per tutti un bisogno prioritario. Don Angelo inizia il suo lavoro nella preghiera e nell'umiltà, e, fiancheggiato da anime generose da lui pazientemente formate, riesce a riportare a un livello spirituale notevole i suoi fedeli. Ma l'incremento demografico cedernese impone la costruzione di un edificio più capiente.
1939, posa della 1a pietra della chiesa parrocchiale
Così nel 1940, dopo un lungo e faticoso iter per la raccolta dei fondi da parte di don Angelo e grazie alla sensibilità e generosità dei cedernesi, viene portata a termine la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, realizzata su disegno della Scuola Beato Angelico.
1940, esterno della chiesa della Sacra Famiglia appena ultimata
L'anno successivo don Angelo, a coronamento del suo fruttuoso apostolato, viene nominato ufficialmente primo Parroco di Cederna.
Da quel momento le opere realizzate divengono innumerevoli: la casa canonica per il Parroco e il Coadiutore, contigue alla Chiesa; la sede delle Acli e dell'Azione Cattolica; il moderno ed attrezzato "Ritrovo Parrocchiale"; l'Oratorio, con nuove aule per il catechismo e un campo sportivo. In conclusione, le origini e lo sviluppo del quartiere Cederna sono indissolubilmente legate ai nomi del rag. Bellini, del cav. Ripamonti e di don Angelo Cazzaniga. Questa storia del quartiere Cederna, e conseguentemente della Parrocchia, non può quindi avere inizio se non dal ricordo di tali personaggi.